Proposte - Tavolo Sistemi di gestione della fauna selvatica
29 Novembre 2019
  1. Modifica della Legge n. 157 del 1992, in particolare nelle direzione di sostituire il concetto di gestione a quello di mera conservazione (la conservazione quando necessaria rientra nel concetto generale di gestione).
  2. Occorre valutare la densità o il carico ottimale di ogni specie sui vari territori, compatibilmente con le caratteristiche socio economiche dei territori stessi.
  3. Separare il controllo delle specie in eccesso da quello della caccia, che è da ascrivere per sua natura tra le attività di tipo ludico-ricreative. Il controllo deve essere esercitato da personale pubblico o ausiliario, adeguatamente formato ed abilitato, sotto la direzione della sfera pubblica. Nel controllo tutte le possibili misure vanno prese in considerazione: interventi preventivi (recinti, cani da guardania), tecniche di cattura ed abbattimento diretto.
  4. Accrescere l’autotutela dell’agricoltore mediante l’uso di gabbie di cattura e/o l’abbattimento anche in convenzione con personale autorizzato e preparato.
  5. Creazione di filiere strutturate e tracciate della fauna selvatica, anche con la costituzione di centri di raccolta, sosta e macellazione autorizzata.
  6. Necessità di uniformare gli interventi in aree omogenee. Nello stesso tempo pianificare una adeguata zonizzazione del territorio per la gestione degli interventi, superando le logiche esclusivamente amministrative e distinguendo, chiaramente, le aree agricole di pregio, quelle urbanizzate e le zone rurali.
  7. Assicurare il completo risarcimento dei danni diretti ed indiretti ed un adeguato sostegno all’impianto di strumenti di prevenzione e controllo, utilizzando risorse a carico della fiscalità generale e non risorse destinate alle politiche agricole, ivi compreso le misure dello sviluppo rurale.
  8. Occorre superare definitivamente e urgentemente la logica del de minimis, intervenendo su Bruxelles con adeguata notifica.
  9. Necessità di una comunicazione supportata da dati oggettivi e basi scientifiche, non influenzata da campagne e racconti emotivi.
  10. Sviluppare anche sul territorio forme di collaborazione e confronto tra le istituzioni, il mondo agricolo, ambientalista e venatorio.

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  1. Lavorare per la riforma della Legge n.157 del 1992 puntando all’introduzione di un quadro normativo che vada nella direzione della “Gestione della fauna selvatica” in sostituzione dell’obiettivo della “conservazione”.
  2. Necessità di separare il controllo della fauna in eccesso dall’attività venatoria.
  3. Pianificazione del controllo con linee guida nazionali e zonizzazione efficace sul territorio.
  4. Utilizzo di personale istituzionale Pubblico o ausiliario. Nel controllo utilizzare tutti gli strumenti più opportuni: abbattimenti, sistemi di cattura, metodi ecologici.
  5. Aumento dell’autotutela dell’agricoltore anche prevedendo la possibilità di stipulare convenzioni con personale istituzionale ausiliario.
  6. Spostamento della governance della fauna selvatica dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
  7. Valorizzazione delle istituzioni scientifiche come supporto della pianificazione e gestione del fauna.
  8. Risarcimenti totali (per i danni diretti ed indiretti) agli agricoltori, anche con il superamento della logica del De minimis, tramite opportuna notifica.
  9. Utilizzo di risorse pubbliche a carico della collettività e non di fondi europei già destinati all’agricoltura.
  10. Sviluppare sistemi di comunicazione efficace per informare correttamente la cittadinanza sulla reale situazione, con dati oggettivi e supportati scientificamente.

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CAMPI BISENZIO

  1. La proposta di riforma della legge n.157/92 della CIA- Agricoltori Italiani è un buon punto di partenza per aprire la discussione. Alcuni aspetti possono essere affrontati anche subito, considerando le difficoltà politiche generali. In particolare il miglioramento dei piani di contenimento e la piena applicazione dell’articolo 19 della vigente legge quadro con le necessarie modifiche e integrazioni.
  2. Miglioriamo i Piani faunistici con una più efficace gestione del territorio: la presenza dei selvatici non è uniforme, ma concentrata in talune zone conosciute. Focalizziamo meglio gli interventi.
  3. Definiamo meglio e potenziamo la figura del “coadiutore”, che deve acquisire sempre più una “funzione istituzionale”, oltre che avere una adeguata preparazione.
  4. Trovare “sedi neutre” dove affrontare il tema della Riforma della 157/92 aprendo un confronto serrato con cacciatori, ambientalisti e società civile. L’accademia dei Georgofili, per la sua autorevolezza e riconosciuta imparzialità, potrebbe essere la sede dove fare incontrare i soggetti che rappresentano i diversi interessi in campo.
  5. Occorre accrescere la visibilità della filiera della selvaggina. Può rappresentare anche una forma di acquisizione di risorse per la Pubblica Amministrazione. Potenziamo i Centri di raccolta e lavorazione delle carni.
  6. Affrontare in maniera risolutiva il problema dei risarcimenti, superando la cronica carenza di risorse, ricorrendo alla fiscalità ordinaria. Superare il problema del “de minimis” anche per le specie cacciabili “fuori parco aree protette”.

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  1. Modifica legge 157/92. Alla proposta di riforma della CIA-Agricoltori italiani, si propone di inserire una giusta definizione di caccia a livello giuridico perché “prelievo venatorio” genera confusione.
  2. Destinare una parte dei fondi destinati alle ATC per contributi a favore degli agricoltori per il ruolo di ripristino ambientale e di gestione del territorio.
  3. Coordinamento centrale, con linee guida nazionali per la gestione e il controllo della fauna selvatica
  4. Sensibilizzazione dell’opinione pubblica, attraverso sistemi di comunicazione efficace per informare correttamente il cittadino, con dati oggettivi e supportati scientificamente. Il controllo della fauna selvatica se praticato nel rispetto delle regole vigenti è un ottimo strumento di controllo. Sarebbe giusto fare delle analisi obiettive, spiegando i pro e i contro di questa pratica.
  5. Approccio scientifico: necessario attuare una serie di attività che permettono di stabilire quei parametri che, nel loro complesso, consentano di conoscere la reale situazione della popolazione.
  6. Comunicare il valore di presidio e sorveglianza del territorio che fornisce sia il cacciatore che l’agricoltore
  7. E’ essenziale un modello di gestione condivisa del territorio, coinvolgendo ai tavoli di incontro sindaci, agricoltori, imprenditori turistici, istituzioni, cacciatori, ambientalisti, evitando una gestione ispirata a interessi di parte e facili populismi e allarmismi. E’ necessaria la condivisione degli interessi e delle informazioni, che possono venire solo da chi lavora sul terreno e da enti di ricerca come le Università.
  8. Mettere in competizione le squadre di cacciatori per evitare ripopolamenti illeciti
  9. Gestione aree protette: integrare leggi regionali con ente di gestione attraverso coinvolgimento della parte agricola.
  10. Trasferire le deleghe alla caccia dal Min. Ambiente al Mipaaf, c’è mancanza di interlocuzione tra i due ministeri. E’ necessario aggiornare la struttura affinché sia più vicina alla realtà attuale.
  11. Prevedere un risarcimento totale del danno subito dagli agricoltori causato dalla fauna selvatica, superando la logica del “de minimis”, con procedure e tempi omogenei sul territorio, con la gestione affidata alle Regioni. Trasferendo il modello virtuoso dell’Emilia Romagna anche alle altre Regioni.
  12. Valore della carne di selvaggina: distribuzione del guadagno anche nei confronti dell’agricoltore proprietario del terreno su cui è stato abbattuto l’animale. Potrebbe favorire la riduzione del commercio illecito di carni e incentivare il turismo enogastronomico.
  13. Rendere tracciabile la filiera venatoria per la sicurezza e la salute pubblica, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina idonei e autorizzati in tutti gli areali di caccia.

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Tags: #gestionefaunaselvatica #Ilpaesechevogliamo


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